Il museo infinito

Ed eccoci, addormentati, una sensazione ci sveglia dal nostro torpore come un profumo di caffè appena tostato.

Apriamo gli occhi, e sentiamo che sarà una giornata diversa.

E infatti è proprio così.

Scendiamo le scale di casa e ci dirigiamo come d’abitudine verso il nostro ufficio, alla nostra noiosa routine. Ma subito qualcosa accade, di anomalo e inconsueto.

Camminando lentamente, si avvicina a noi con molta tranquillità una strana figura, un perfetto sconosciuto forse un po’ pazzo, che vorrebbe consegnarci una strana chiave di bronzo, antica e tutta arzigogolata, che sprigiona una atavica e mistica forza. Ci racconta che noi siamo stati prescelti, proprio come nei libri di Harry Potter, e che l’Universo ha scelto noi. Ridacchiando per quel pensiero così non ordinario, ci facciamo incuriosire dalla mansueta affidabilità dello sconosciuto.

Porgendoci la chiave, ci spiega che grazie ad essa avremo la possibilità di poter visitare un museo molto particolare. Anzi, ci continua a raccontare che sia il museo come la chiave sono vostri, da sempre.

Scettici anche se ormai assuefatti dalle emozioni di incredulità, ci lasciamo trasportare da quelle parole.

Con ancora qualche sospetto formicolante sottopelle, ci lasciamo convincere a farci accompagnare a breve distanza, laddove si trova una porta mai vista prima, proprio a pochi passi dalla nostra abitazione. Questa porta è l’ingresso del museo di cui lo straniero ci parlato poco fa.

“Impossibile! Sto sognando? Quella porta non è mai esistita prima”, ci pizzichiamo il braccio per vedere se siamo davvero svegli. Eppure eccola lì, una porta, e in mano una chiave, antica, arzigogolata, di bronzo, che sprigiona una antica e mistica forza. È tutto vero.

Ancora con un barlume diffidenza, ma con una curiosità che ormai sovrasta i nostri timori, inseriamo con cautela la chiave nella serratura e apriamo la porta.

Lo sconosciuto ci comunica premurosamente che anzitutto questo museo è speciale, perché solo noi avremo la chiave, e solo noi potremo vedere tutte le opere d’arte conservate in questo museo. Come seconda particolarità, questo museo ha un’anticamera, dove è posato un catalogo, ma sarebbe meglio definirlo un “libro magico”. In questo libro magico, possiamo scorrere tutte le opere contenute nel museo, ma per farlo, dobbiamo andare a cercare un soggetto sull’indice del libro. Non appena individuato il soggetto, il libro ci mostrerà l’opera d’arte. Ben presto, capiremo che questo catalogo è davvero magico, infatti, non solo ci mostrerà opere esistenti, ma ci mostrerà praticamente qualsiasi cosa potremo immaginare.

Fatichiamo a credere alle parole dello sconosciuto, ma varcato l’uscio, con nostra sorpresa constatiamo che ci troviamo davvero all’interno di un museo. E c’è davvero un catalogo appoggiato sulla scrivania della reception. All’interno del museo non c’è nessuno, nessuna persona, solo noi. Lo sconosciuto è alle nostre spalle, non è entrato, ci osserva da lontano, o forse addirittura non lo vedete più, forse è scappato via?

Aprite il catalogo e iniziate a sfogliarlo a caso.

Una prima domanda vi sia affaccia alla mente, cosa sto osservando? È un catalogo di opere esistenti, o è un materializzatore di opere d’arte? Ogni cosa, qualsiasi variante è visualizzabile. Vi sovviene alla memoria, quel racconto “La biblioteca di Babele” di Jorge Luis Borges, dove anziché lettere e parole, potete ammirare qui su questo “catalogo” qualsiasi possibilità pittorica e d’arte. Avrete quindi la sensazione che non state più osservando un catalogo, ma siete voi che in qualche maniera state proiettando la vostra volontà artistica all’interno del museo.

Subito un senso di vertigine vi coglie.

Vi sovviene alla mente il concetto di “spazio delle varianti” di Vadim Zeland, e della sua teoria del transurfing. Il concetto di memoria Akashica. Il concetto stesso di Dio. L’idea di Hugh Everett III che “l’interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica” è invece vera e reale.

Oppure stiamo solo sognando?

Dopo aver ripreso fiato, come se vi sentiste davanti ad una voragine, iniziate a far rallentare il respiro e cercare di rimettere i piedi per terra, come a ritrovare un centro di gravità.

Infinito, caos e armonia.

Un senso di stupefacente meraviglia vi pervade. Questa cosa non si può contenere, questo museo non può essere solo mio. Non è forse vero il detto che “La felicità è vera solo quando è condivisa”?

D’impulso pensate immediatamente di aprire le porte del museo, di cui solo voi avete la chiave, di spalancarle e di far entrare tutte le persone possibili per far gioire a tutti della bellezza, e dell’infinita abbondanza dell’universo. Tutti devono beneficiare di questo miracolo!

O forse no? Un piccolo dubbio… Forse potrei tenerlo per me, oppure guadagnarci qualcosa, far pagare un biglietto d’ingresso e vivere così di rendita per il resto della vita.

Ma, davvero potrei essere così meschino? D’altronde la chiave del museo è stata consegnata a me, come se io fossi il suo custode illuminato, benedetto da un perfetto sconosciuto.

Quali sono le implicazioni di questa scoperta? Come saranno finalizzate dagli esseri umani. Quali saranno le immaginifiche potenziali opere dell’ingegno umano, amplificato da questo strumento così straordinario?

Una esplosione di creatività, come una singolarità quantistica che ha fatto breccia nel nostro mondo.

Saremo responsabili?

Sarò responsabile?

Il futuro, anzi, il presente, non potrebbe essere più meraviglioso di adesso.

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